• Autore: Carmen Greco
  • Fonte: La Sicilia
La notizia dell’omicidio di Ada è arrivata ieri mattina come una bomba, nella sede del Telefono Rosa a Bronte, tirandosi dietro un gran senso di frustrazione. Anzi di «profondo fallimento, come Donne prima che come associazione di volontariato - dice scoraggiata la Presidente Antonella Caltabiano - perché penso che quando succedono queste cose sia un fallimento per tutti indistintamente. Per chi, magari, lo sapeva per via indiretta, i vicini di casa, le forze dell’ordine, noi... tantissimi cittadini ci hanno telefonato per chiederci se la signora si fosse rivolta a noi, se avesse denunciato...ma lei non ha mai avuto contatti con il nostro centro, siamo una piccola comunità, è probabile che sapesse della nostra esistenza, ma non si è sentita di compiere il passo decisivo, cioè chiedere aiuto. Magari non avremmo evitato la tragedia, ma non siamo state messe nelle condizioni di poterla aiutare. Per noi sono momenti di profondo rammarico».

Vanessa, Chiara, Ada, tre femminicidi nel giro di 15 giorni di cui due in provincia di Catania, ma perché la strage delle Donne non interessa nessuno?
«I femminicidi, purtroppo, ci sono sempre stati. Oggi l’attenzione si focalizza di più su questo tema perché nel 2020 non è possibile che la cultura patriarcale sia ancora così radicata. Ci si sconvolge di più perché queste morti riguardano la tua qutidianità, avvengono in quel posto dove tu dovresti avere serenità, protezione, tranquillità e invece casa tua si può trasformare in un luogo terribile». 

«omissis»