• Autore: Barbara Prestianni
  • Fonte: Live Sicilia Catania

«BRONTE – Sono state circa 440 le segnalazioni dalla nascita. 100 solo nell’ultimo anno. Cinque anni di lotta. Circa 440 segnalazioni. 100 nell’ultimo anno. Un trend annuale di crescita del 10%. Solo nel 25% dei casi si decide però di denunciare e di intraprendere azioni legali. Cifre che portano con sé storie di violenza e sopraffazione. Vissuti quotidiani in cui la donna è oggetto di possesso dell’uomo. Numeri che, dal 2012 a oggi, raccontano la battaglia portata avanti dalle volontarie dell’Associazione del Telefono Rosa Onlus Bronte. Festeggiano oggi il loro quinto anniversario di attività le operatrici del Telefono Rosa. La loro è l’unica sede al di sotto di Napoli, con un territorio di competenza che dalla Sicilia arriva fino in Calabria. Sette in tutto i centri della Onlus dislocati in Italia, tra Roma (dove è nata nel 1988), Torino, Verona, Mantova, Napoli, Ceccano e, appunto, Bronte.

Trentatré volontarie, a cui da poco si sono aggiunti anche due uomini, disponibili ventiquattro ore su ventiquattro. Pronte ad alzare la cornetta, ad accogliere le richieste di aiuto di donne come loro, ad offrire gratuitamente assistenza legale e psicologica, fino ad alloggiare in case famiglia, grazie alla rete con altre associazioni, chi per la propria incolumità deve rifugiarsi altrove. “Un anniversario che verrà celebrato durante tutto l’anno, con una serie di eventi in cantiere di cui quello principale, annuncia la presidente, Antonella Caltabiano, forse a maggio. Qualcosa che – aggiunge – allo stesso tempo faccia divertire e trasmetta un messaggio importante che è quello del no alla violenza sulle donne”.

Appuntamenti questi che scandiscono già la normale attività di sensibilizzazione portata avanti soprattutto all’interno delle scuole e rivolta non solo ai ragazzi ma anche ai genitori e agli insegnanti. “Sono loro infatti – spiega la presidente – che vanno educati a rieducare con una impostazione diversa i ragazzi, estirpando quella cultura patriarcale secondo cui la donna “deve” e impiantando al suo posto il rispetto per la parità.  

«omissis»